Il rischio elettrico

Se la corrente elettrica attraversa il corpo umano può produrre effetti pericolosi, da qui la necessità di studiare a analizzate il rischio elettrico. Tra i possibili effetti abbiamo: alterazione delle funzioni vitali, lesioni al sistema nervoso, ai vasi sanguigni, alla apparato visivo e uditivo, alla pelle, ustioni, può provocare un arresto cardiaco o respiratorio.

Dalla corrente elettrica si possono verificare incendi innescati da un corto circuito, da un sovraccarico o da un arco elettrico; da qui poi propagarsi prima attraverso gli stessi cavi di isolamento e poi attraverso i materiali; nonché generale atmosfere esplosive composte da gas, polveri o vapori. Basta infatti una corrente di 0,1-0,2 A (ad esempio a causa di un mancato isolamento) di durata sufficientemente lunga per innescare un incendio. In questi casi un interruttore differenziale adeguato può proteggere l’impianto contro questi pericoli.

Incidenti dovuti a mancata analisi del rischio elettrico

Incidenti dovuti a guasti degli impianti elettrici sono tra le cause più comuni di incendio. Nella maggior parte dei casi sono dovuti all’ usura o invecchiamento delle parti isolanti che, una volta perso le loro caratteristiche tecniche, iniziano a disperdere correnti verso terra o tra le fasi innescando un arco o un hot-spot che genera poi un incendio. Altro tipica causa di incendio e l’allentamento dei sistemi di fissaggio.

 

Richiedi una consulenza ad un RSPP per info sulla valutazione del rischio elettrico

Richiedi una consulenza ad un RSPP per info sulla valutazione del rischio elettrico

 

Protezioni per il rischio elettrico

Per quanto riguarda il rischio elettrico sono previsti due tipi di protezioni:

  • per i contatti diretti: sistemi di protezione totali (come isolamento delle parti in tensione) o con sistemi di protezione parziali (con ostacoli o gli stanziamenti) quali i contatti con parti attive in tensione, masse in tensione, masse estranee o con parti soggette a tensione indotte
  • per i contatti indiretti: sistemi di protezione passivi (bassissima tensione, doppio isolamento, separazione elettrica) o sistemi di protezione attiva (messa a terra, interruzione automatica dell’alimentazione come ad esempio i salvavita). Rientrano in questi casi: esposizioni ad archi elettrici, ad eventi dannosi sovraccarichi, incendi, temperatura elevate, sostanze pericolose, esposizione campi elettromagnetici, problemi meccanici, eventi atmosferici particolari

Progettazione e installazione degli impianti elettrici

Il DM 37/2008 al fine di ridurre al minimo il rischio elettrico, prescrive la progettazione degli impianti elettrici obbligatoria a firma di un professionista abilitato per gli impianti superiori a 6 kW o per utenze domestiche di singole unità abitative superiori a 400 metri quadri. Sotto queste soglie è sufficiente il progetto del responsabile tecnico dell’impresa installatrice.
I progetti devono contenere gli schemi dell’impianto, i disegni planimetrici, una relazione tecnica sui componenti installati, la norma di riferimento.

L’installazione di un impianto elettrico una volta progettato è a carico dell’impresa installatrice. L’impresa deve avere i requisiti tecnico-professionali per l’installazione di questo tipo di impianti.
Impianti elettrici possono altresì essere installati da imprese manutentrici dello stabile e responsabile della gestione tecnica dello stesso. Tali aziende devono soddisfare i medesimi requisiti delle aziende installatrici, però possono operare solo esclusivamente sugli stabili di cui effettuano la manutenzione.

Valutazione del rischio elettrico

Pre-analisi del rischio elettrico

Il rischio elettrico LombardiaPrima di procedere con la valutazione del rischio elettrico occorre organizzare una pre-analisi di tipo tecnico-normativa, finalizzata a stabilire lo stato dell’arte dell’impianto. Dalla sua nascita, passando per le varie manutenzioni/modifiche, analizzando la documentazione disponibile ed effettuando un ispezione preliminare dell’impianto.
Tale pre-analisi del rischio elettrico parte da:

  • un’analisi documentale degli impianti: dichiarazione di conformità, progetti, relazioni, as built, manuali, piano di manutenzione degli impianti elettrici e registro interventi, formazione del personale, schede tecniche, lettere di incarico
  • verifica dell’impianto per le scariche atmosferiche
  • effettuare, se non è già stata fatta, una schematizzazione dell’impianto in base al rischio specifico (esplosione, incendio, cabine MT/BT)
  • classificazione delle zone pericolose ATEX
  • organigramma del personale coinvolto nella gestione e manutenzione degli impianti elettrici
  • elenco dei DPI per rischio elettrico da utilizzare

Un impianto elettrico può essere considerato sicuro quando:

  • è stato progettato correttamente e installato da ditte autorizzate seguendo le norme tecniche di riferimento
  • è utilizzato correttamente, svolgendo regolare manutenzione da personale qualificato

Verifica visiva ai fini della valutazione del rischio elettrico

Chiusa l’analisi documentale si passa ad una verifica di tipo non approfondito o visivo al fine di verificarne lo stato e se sono evidenti palesi non conformità. Le verifiche da effettuare sono:

  • si verifica che sia installata la corretta segnaletica delle parti elettriche.
  • si verifica la presenza della targa sui quadri elettrici (obbligatoria per il DL 626/1996).
  • si verifica che la cabina MT/BT sia in ordine (presenza di tappeti isolanti e e segnaletica di sicurezza)
  • se sono presenti luoghi a rischio elettrico specifico occorre verificare che la documentazione sia completa
  • si verifica la presenza delle verifiche periodiche di cui al DPR 462/2001 (periodicità, misure elettriche effettuate, esito delle prove).

Schema per la valutazione del rischio elettrico

Conclusa la pre-analisi iniziale e fatte le verifiche preliminari sul campo si passa alla valutazione del rischio elettrico. Non esiste una procedura stabilità da seguire ma considerata la complessità dell’attività è auspicabile procedere per fasi, secondo uno schema del tipo:

  1. individuazione delle aree presenti in azienda funzionali e omogenee riferite a rischio elettrico: reparti specifici, uffici, spogliatoi, locali tecnici, cabine di trasformazione MT/BT… (zone queste che solitamente coincidono con compartimentazione antincendio) in funzione delle caratteristiche costruttive, impiantistiche e delle attività in esso svolte
  2. individuazione delle mansioni del personale in funzione degli impianti elettrici e delle aree su individuate: si cerca di distinguere il personale ordinario da quello tecnico con conoscenze più approfondite degli impianti
  3. individuare i componenti elettrici (quelli più significativi che possono rappresentare un rischio elettrico), i pericoli di carattere elettrico (rischi ad azione diretta e rischi d’azione in diretta) e le situazioni che si possono generare in seguito a guasti o incidenti
  4. ponderare il rischio dopo aver determinato la probabilità dell’accadimento e la gravità del danno: per stimare il rischio elettrico il datore di lavoro deve valutare la fonte del pericolo, la situazione di pericolo e le condizioni operative al fine di valutare la probabilità (P) di accadimento dell’evento e la gravità (G) del danno presumibile. Valutate P e G sistema poi il rischio (R), con la formula R=P X G. Nella valutazione del rischio elettrico questa formula presenta dei limiti. Infatti la gravità del danno da incidente dovuto a rischio elettrico è sempre da considerarsi alta; quindi al di là della stima di P, R sarà sempre un valore alto non accettabile (R=2). Per ovviare a ciò si possono utilizzare fattori correttivi che tengono in considerazione diversi aspetti e componenti tale da poter restituire un valore di rischio accettabile (in caso di impianti e gestione dell’impianto a regola d’arte) e che possa essere considerato tale anche in fase di verifiche e controlli.
Indicazione delle misure da adottare e relative procedure e sistemi di controllo

le prime misure da attuare sono quelle azioni atte a regolarizzare le difformità riscontrate in fase di pre-analisi. Realizzati tali interventi si predispone un piano di miglioramento che dovrà indicare:

  • le misure organizzative: qualificazione del personale, formazione dei lavoratori sui rischi elettrici
  • le istruzioni operative: in genere si tratta di norme comportamentali che il personale deve osservare sia per scenari ordinari che straordinari. Si individuano attrezzature, mezzi e possibili informazioni per il corretto eè sicuro svolgimento del lavoro elettrico fuori tensione
  • le autorizzazioni lavori elettrici: l’autorizzazione formale agli interventi di installazione e manutenzione viene data dal datore di lavoro dopo che il personale ha ricevuto apposita formazione
  • obblighi di coordinamento: nel caso in cui per le lavorazioni sono previste una o più aziende esterne e obbligo del datore di lavoro stabilire apposite misure di coordinamento (DUVRI, piano della sicurezza, riunioni di coordinamento…) al fine di evitare incidenti da interferenze
  • qualificazione delle ditte esterne, limitazione degli accessi a locali ed impianti, comunicazioni documentate
  • responsabilità e qualifiche: occorre individuare le figure e la gerarchia aziendale stabilendo le varie responsabilità del personale coinvolto
  • procedure da adottare per lavori elettrici: si indicheranno una serie di attività, tra cui divieti, azioni preliminari da adottare, gestione delle chiavi degli accessi, riarmo degli interruttori

DPI per il rischio elettrico

I DPI previsti per il rischio elettrico sono:

  • la visiera dielettrica
  • l’elmetto di
  • i guanti dielettrici in classe 0
  • tappeto isolante di classe 3

La legge 186/1968 (la regola dell’arte) si applica in qualsiasi ambito e ha lo scopo di garantire un accettabile livello di sicurezza a tutti gli utenti sia dei materiali che degli impianti elettrici; dove per regola dell’arte si intende la realizzazione ed installazione secondo le norme CEI

 

Il Rischio Elettrico nei Cantieri

Nei cantieri sono ammessi soltanto i quadri elettrici rispondenti alla normativa CEI EN 60439-4 (CEI 17-13/4). Secondo questa normativa i quadri sono denominati ASC (apparecchiature costruite in serie per cantiere). La normativa richiede la verifica delle caratteristiche dei quadri con prove individuali e prove di tipo:

  • PROVE DI TIPO: queste prove vengono effettuate su un esemplare realizzato secondo un sistema costruttivo prestabilito. I successivi, se costruiti secondo lo stesso progetto, non possono variare nelle caratteristiche provate. Descrizione delle prove più significative:
    • RESISTENZA ALLA CORROSIONE: le apparecchiature ASC devono resistere alla corrosione; la verifica viene effettuata con prove in funzione alle condizioni di esercizio (normali o in atmosfera fortemente inquinata)
    • RESISTENZA AGLI URTI: le ASC devono sopportare urti meccanici, condizioni corrispondenti agli urti subiti dall’ASC trasportata senza ancoraggio su veicolo per lunghi periodi. Le ASC devono sopportare impatti con l’apparecchiatura meccanica di gestione del cantiere (energia di 6 Joule)
    • PROVE INDIVIDUALI: Queste prove vengono effettuate su ogni apparecchiatura dopo il montaggio. Con queste prove, si verificano le caratteristiche che potrebbero variare in caso di assemblaggio sbagliato o di componenti difettosi anche se dello stesso tipo del progetto.

Di cosa si occupa il nostro studio professionale?

Il nostro studio offre servizi di consulenza sul lavoro alle aziende, servizio di RSPP esterno, formazione dipendenti e gestione di pratiche di progettazione antincendio. Nello specifico ci occupiamo di:

compila il form per un primo contatto.

 

Richiedi una consulenza ad un RSPP per info sulla valutazione del rischio elettrico

Richiedi una consulenza ad un RSPP per info sulla valutazione del rischio elettrico