DPI significato e norme di riferimento

I DPI Dispositivi di Protezione Individuali, come previsto dall’art. 76 del D.Lgs. 81/2008, devono essere conformi alle norme contenute nel D.L. 475/92 (attuazione della Direttiva 89/686/CEE). Tale norma sui DPI regolamenta la produzione, i requisiti e la marcatura CE dei DPI da parte del fabbricante, che ne attesta la conformità; attraverso il marchio CE appunto e ne allega il libretto d’uso e manutenzione.

La direttiva 89 è stata recentemente abrogata è sostituita dal regolamento UE 425/2016. Tale regolamento stabilisce i requisiti per la progettazione e la fabbricazione dei DPI al fine di garantire la salute la sicurezza degli operatori. Essendo un regolamento, non necessita di una legge o norma particolare che lo recepisca e si applica a decorrere dal 21 aprile 2018.

Restano valide le regole per la notifica degli organismi di valutazione della conformità e le sanzioni previgenti; introduce maggiori responsabilità per gli operatori economici coinvolti nella catena di fornitura e distribuzione. Questo con l’intento anche di responsabilizzare gli importatori che acquistano prodotti non provenienti dai paesi membri e che dovranno procedere con maggiori verifiche ai fini della valutazione della conformità.

 

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Categoria dei DPI, Dispositivi Protezione Individuali

Il DL classifica inoltre i DPI in 3 categorie:

  1. CAT-1: per la protezione dei rischi fisici di modesta entità, di progettazione più semplice. L’utilizzatore, in grado di percepire tempestivamente gli effetti lesivi, ne valuta l’efficacia e offre protezione per azioni lesive superficiali di lieve entità. Vengono forniti con la Dichiarazione CE da parte del costruttore. Rientrano nella prima categoria di DPI dispositivi con la funzione di salvaguardare la salute dell’operatore la:
    1. azioni lesive con effetti superficiali da strumenti meccanici
    2. azioni lesive superficiali causati da prodotti per la pulizia
    3. rischi derivanti da contatto con oggetti caldi (T<50°)
    4. fenomeni atmosferici ordinari durante attività lavorative
    5. lievi vibrazioni che non raggiungono gli organi vitali
    6. azioni dei raggi solari
  2. CAT-2: sono quei DPI non compresi nella Cat. 1 (es. casco, indumenti per l’edilizia). La marcatura CE deve essere sempre visibile per tutta la durata del suo ciclo di vita.
  3. CAT-3: sono quei DPI che proteggono da danni e/o lesioni gravi e permanenti (o morte) di progettazione complessa; l’utilizzatore non è in grado di percepire tempestivamente gli effetti lesivi. L’utilizzo di questi DPI prevede la formazione obbligatoria. Oltre alla marcatura CE del costruttore e l’attestato di certificazione CE rilasciato da organo notificante, devono essere sottoposti a sistemi di controllo (con almeno cadenza annuale). Devono essere corredati di documentazione attestante istruzioni d’uso e manutenzione, impiego, pulizia, revisione, data di scadenza, nomi degli organismi di certificazione.

Organismi di controllo

I DPI di II e III categoria devono avere, oltre la marcatura CE, l’attestato di certificazione CE rilasciato da organo notificante; organismo di controllo quale un Laboratorio Europeo riconosciuto dall’UE che ne attesti la conformità della sua realizzazione alle disposizioni del Decreto.

Prima della commercializzazione il produttore deve produrre la documentazione tecnica di costruzione che andrà fornita sia ai rivenditori che agli organismi di controllo e di vigilanza.
I dispositivi di terza categoria possono essere sottoposti a due tipi di controlli:

  1. controllo del prodotto finito: il costruttore realizza i prodotti in conformità al modello descritto nell’attestato di certificazione CE; sottopone poi a controllo i dispositivi prodotti da parte di un organo di controllo da lui scelto, che effettuerà i controlli senza preavviso e a intervalli di almeno un anno su un lotto di dispositivi sufficienti
  2. controllo del sistema di qualità: all’organismo di controllo è demandata la sorveglianza sul sistema di qualità procedendo periodicamente con appositi accertamenti

I requisiti essenziali di sicurezza

Tutti i DPI devono soddisfare i requisiti essenziali di sicurezza (obbligatori e contenti) ottemperando alle norme tecniche e armonizzante. I requisiti di sicurezza di carattere generale è applicabile a tutti i tipi sono:

  • ergonomia: i DPI devono essere realizzati garantendo le condizioni migliori di ergonomia per l’utilizzatore
  • livelli e classi di protezione: occorre prevedere classi di protezione adeguate e diversi livelli di rischi
  • materiali costruttivi appropriati: i DPI devono essere realizzati con prodotti non nocivi
  • assenza di asperità, spigoli vivi, sporgenze per quei tipi che andranno a contatto con operatore
  • ostacoli massimi ammissibili per l’utilizzatore: i DPI non devono ostacolare i movimenti dell’operatore
  • fattore di comporto efficacia: i DPI devono essere facili da indossare e da utilizzare, prodotti in diverse taglie e misure, e provvisti di appositi sistemi di regolazione
  • leggerezza e solidità di costruzione: i DPI devono essere il più leggeri possibile senza compromettere la solidità e la loro efficacia
  • compatibilità necessaria tra i DPI che vanno utilizzati simultaneamente

 

Come si classificano i DPI ?

I DPI sicurezza sono classificati in base alle parti del corpo che devono proteggere (allegato VIII del D.Lgs. n. 81/08):

DPI a protezione della testa

I DPI protezione del capo si differenziano in elmetti di protezione per l’industria (che offrono protezione del campo contro la caduta degli oggetti) e copricapo antiurto.
Questi DPI hanno la funzione di proteggere il cranio del lavoratore dall’impatto di oggetti in caduta dall’alto o dall’alto della testa contro oggetti rigidi.
Il positivo è fornito solitamente di una serie di fasce di tenuta e antisudore, oltre che dal guscio esterno.

DPI a protezione dell’udito

Ne esistono di diverse tipologie tra i quali:

  • cuffie
  • inserti auricolari
  • cuffie per elmetto
  • cuffie con risposta in funzione del livello sonoro
  • cuffie con controllo attivo della riduzione del rumore
  • cuffie con comunicazione audio inserti con attenuazione in funzione del livello sonoro
  • cuffie con possibilità di ascolto audio non legato al lavoro
  • i protettori per la riduzione attiva del rumore (ANR) sono protettori auricolari dotati di dispositivi elettronici grado di attenuare il suono in arrivo

DPI a protezione degli occhi e del viso

DPI - MilanoI requisiti essenziali di sicurezza dei dispositivi di protezione individuale per la vista fanno riferimento a diverse normative che prendono in considerazione le caratteristiche principali di questi dispositivi quali:

  • tipo di filtro
  • graduazione
  • classe ottica
  • resistenza meccanica
  • requisiti supplementari

Gli occhi dei lavoratori vanno protetti da:

  • rischi ottici: luce naturale o artificiale, sorgenti di radiazioni in base alla lunghezza d’onda
  • rischi meccanici: polveri, particelle ad alta velocità, scheggia ad elevata temperatura
  • rischi chimici: aerosol, particelle di prodotti nocivi
  • rischi termici: troppo freddo o troppo caldo

La protezione dai rischi di questo tipo si può effettuare tramite occhiali, visiere o schermi in base al tipo di lavorazione da effettuare e ambiente in cui ci si trova a lavorare.
Le lenti a contatto non vanno utilizzate in ambienti in presenza di polveri gas vapori. I lavoratori che fanno utilizzo lenti a contatto devono comunicarlo al proprio datore di lavoro o al proprio responsabile.

DPI a protezione delle vie respiratorie

I DPI per la protezione respiratoria sono DPI di terza categoria studiati per:

  • proteggere dagli aerosol solidi, liquidi e dei gas
  • isolare il lavoratore completamente dall’ambiente in cui si trova

Sono dispositivi progettati per proteggere il lavoratore da sostanze aeriformi nocive quali i gas e le polveri o i vapori mediante un meccanismo di filtrazione o per fornire ossigeno in quantità sufficiente in ambienti e carenza di ossigeno o dove l’aria non è respirabile.
Sia per DPI per la protezione contro gas e vapori che per i DPI contro polveri e aerosol, ne esistono di tre classi: differenziante in base al tenore di gas in percentuale o al tipo di tossicità dell’aerosol.
I dispositivi di protezione delle vie respiratorie sono chiamati anche a APVR (Apparecchi Protezione Vie Respiratorie).
Essendo DPI di terza categoria è obbligatoria l’informazione, la formazione e l’addestramento prima del loro utilizzo.

Differenti tipi di DPI per la protezione respiratoria

I DPI per la protezione respiratoria si distinguono in:

  • respiratori isolanti (autonomi o non autonomi): l’operatore viene isolato dall’ambiente circostante e può respirare indipendentemente dall’ atmosfera in cui si trova, grazie alla fornitura di ossigeno da sorgente autonoma
  • respiratori a filtro: in questi DPI l’aria, prima di essere ispirata, passa attraverso appositi filtri. Possono essere di tipo non assistiti, a ventilazione assistita e a ventilazione forzata. Si suddividono inoltre in base al tipo di inquinante e possono essere: antipolvere, antigas e vapori, combinati (aerosol e aeriformi). Le indicazioni utilizzo di questi filtri e fornita tramite il Fattore di Protezione Nominale o FPN definito come rapporto tra la concentrazione del contaminante nell’ambiente e la sua concentrazione all’interno del facciale; di fatto tale fattore è legato all’efficienza di filtrazione in quanto rappresenta la capacità del filtro di trattenere le particelle
  • respiratori a barriera d’aria con filtro: sono dispositivi di protezione delle vie respiratorie forniti di apposita visiera non isolante, che consentono un lavaggio delle prime vie aeree attraverso un sistema di compressione dell’aria a carboni attivi che permettono la decontaminazione dell’aria. Rispetto ai respiratori a filtro questi sistemi sono più leggeri e comodi da utilizzare in caso in cui l’elevata concentrazione di inquinanti presente non consentono l’espirazione naturale.

DPI a protezione delle mani e delle braccia

I guanti di protezione oltre ad avere delle caratteristiche di comfort ed efficienza, resistenza, essere provvisti di marcatura CE istruzioni per l’uso, e avere indicazioni riguardo la categoria di rischio si differenziano in base al tipo di protezione. Esistono infatti sul mercato guanti di protezione contro i rischi meccanici, contro rischi termici, contro il freddo, per lavori sotto tensione, contro rischi biologici o chimici, contro rischi fisici. La scelta del guanto deve avvenire in base alla mansione del lavoratore.

DPI a protezione dei piedi e delle gambe

La normativa differenzia le calzature di sicurezza (di tipo S) dalle calzature di protezione (di tipo P). Per entrambi i casi si tratta di calzature dotate di puntale con caratteristiche tali da proteggere i lavoratori da infortuni contro urti. Nel primo caso deve garantire una resistenza ad un livello di energia pari a 200 J è un carico di compressione di 15 kg Newton, mentre nel secondo caso limite di energia stabilito in 100 Joule e quello da carico di compressione di 10 kg Newton.
Poi ci sono le calzature da lavoro (di tipo O) con caratteristiche tali da proteggere lavoratore da lesioni e da infortuni, non provviste di puntale.
Caratteristiche supplementari sono solitamente: la protezione antistatica, l’assorbimento di energia del tallone, la resistenza della suola agli idrocarburi, l’impermeabilità dinamica del tomaio, la lamina antiforo, isolamento dal freddo, dal calore o dall’elettricità, protezione per la caviglia e metatarsale, resistenza al taglio, allo scivolamento.

DPI a protezione del corpo

In attività che presentano particolari rischi si devono utilizzare specifici indumenti con particolari caratteristiche prodotti, per la protezione contro sostanze nocive presenti nell’ambiente di lavoro. Possono essere a protezione locale, a copertura limitata ho a copertura completa.

DPI a protezione contro la caduta dall’alto

Sono considerati lavori in quota quelle attività lavorative che portano il lavoratore a lavorare ad un altezza superiore ai 2 metri del piano stabile.
In caso di attività con rischio di caduta dall’alto occorre sempre cercare di predisporre dei dispositivi di protezione collettiva atti a evitare possibili cadute (es. parapetti, reti di contenimento…).
Un sistema contro le cadute è composto da un imbracatura agganciata al lavoratore, un elemento intermedio per smorzare l’arresto e un ancoraggio (elemento determinante senza il quale il dispositivo non può essere utilizzato). La scelta e l’utilizzo dei DPI contro le cadute si distinguono per: trattenuta, posizionamento, recupero e anticaduta.
Le attività con rischio caduta dall’alto si differenziano in:

  • lavori anticaduta: il lavoratore utilizza il DPI anticaduta per raggiungere il posto di lavoro, il suo peso grava sui piedi appoggiati allenamento stabile
  • lavori su fune: il peso del lavoratore grava sulla fune di lavoro e attraversa l’imbracatura si ripartisce sul corpo

Elementi dei DPI contro la caduta dall’alto

Nei lavori con rischio di caduta dall’alto occorre considerare che:

  • i cordini di trattenuta vanno utilizzati solo quando la caduta è completamente trattenuta
  • i cordini di posizionamento non vanno mai utilizzati come anticaduta ma solo per correggere la posizione del lavoratore
  • i dispositivi retrattili sono dotati di un sistema autobloccante con dispositivo di ritorno (che può essere dotato di sistema di dissipazione di energia). L’utilizzo di questi dispositivi può arrivare fino a 10-20 metri e quindi importante valutare l’effetto pendolo; solitamente possono essere utilizzati solo in condizioni particolari con certi angoli di tiro
  • imbraghi per lavori su fune non devono essere utilizzati come dispositivi di arresto

In generale la scelta del DPI anticaduta dipende da vari fattori:

  • dalla distanza libera di caduta: distanza verticale tra il punto di caduta e il punto di impatto
  • dalla distanza di arresto: distanza verticale tra il punto di caduta e la posizione di equilibrio dopo l’arresto
  • dal tirante d’aria: è la distanza minima verticale necessari ad arrestare insicurezza un lavoratore (include anche lo spazio libero di un metro)

Quindi occorre valutare di volta in volta il sistema di protezione da utilizzare.

Utilizzo dei DPI

I DPI devono essere utilizzati quando non è possibile adottare misure tecniche di prevenzione collettiva o quando non è possibile apposite procedure lavorative. Dipendono dal utilizzo ed alla mansione del lavoratore e dalle caratteristiche dei luoghi dove vengono utilizzati. Prima della scelta di un DPI è necessario conoscere i rischi legati all’ambiente di lavoro, le condizioni ambientali e le mansioni specifiche.
Se l’ambiente di lavoro presenta rischi particolari, questi devono essere analizzati nel dettaglio nella valutazione dei rischi; per certi tipi di DPI, la loro scelta e il loro utilizzo deve avvenire con il supporto del medico competente, dell’RSPP, dell’RSL e del fornitore dei DPI.

DPI terza categoria

I Dispositivi Protezione Individuali di 3a cat. sono:

  • DPIgli apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi o contro i gas irritanti, pericolosi, tossici o radiotossici;
  • gli apparecchi di protezione isolanti, ivi compresi quelli destinati all’immersione subacquea;
  • DPI che assicurano una protezione limitata nel tempo contro le aggressioni chimiche e contro le radiazioni ionizzanti;
  • DPI per attività in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d’aria non inferiore a 100° C, con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione;
  • DPI per attività in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d’aria non superiore a -50° C;
  • DPI a protezione dalle cadute dall’alto;
  • DPI destinati a salvaguardare dai rischi connessi ad attività che espongano a tensioni elettriche pericolose; o utilizzati come isolanti per alte tensioni elettriche.

Controllo dei DPI

I Dispositivi di Protezione Individuali sicurezza vanno sempre controllati prima dell’uso. In materia di sicurezza sul lavoro, l’ordine di priorità da seguire è:

  1. Prevenzione
  2. DPC, Dispositivi di Protezione Collettiva
  3. Procedure organizzative
  4. DPI, Dispositivi di Protezione Individuali

dove 1 è la priorità più alta, 4 quella più bassa.

Imbracatura

Le imbracature di sicurezza, da sole, non sono utilizzabili per arrestare una caduta, in quanto non sarebbero in grado di trattenere l’operatore in posizione eretta e potrebbero causargli notevoli danni al momento dell’arresto. Devono essere utilizzate quando l’operatore ha la possibilità di collegarsi ad una struttura tramite il cordino passato intorno ad essa e collegato ad entrambi gli anelli laterali.

 

Scelta dei Dispositivi Protezione Individuali

Nella scelta del DPI svolge un ruolo fondamentale il Medico Competente che partecipa alla stesura del Documenti di Valutazione dei Rischi. Nella Valutazione dei Rischi da parte del Datore di Lavoro deve essere specificata, oltre al tipo del Dispositivo di Protezione Individuale, la modalità d’uso, la frequenza, le prestazioni…
I DPI sono sempre a carico del Datore di Lavoro compresa la manutenzione e sostituzione. E’ invece obbligo del lavoratore non manometterli e segnalare tempestivamente al Datore di Lavoro eventuali difetti e o problemi.
I DPI antirumore necessitano, come Dispositivo di Protezione Individuali di terza categoria, di apposita formazione.

 

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Il nostro studio offre servizi di consulenza sul lavoro alle aziende, servizio di RSPP esterno, formazione dipendenti e gestione di pratiche di progettazione antincendio. Nello specifico ci occupiamo di:

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  • Assistenza alle imprese alla redazione del POS, Piano Operativo per la Sicurezza
  • Piano Sostitutivo per la Sicurezza, PSS
  • Servizio di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, RSPP esterno
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